Dal 16 Dicembre sono iniziati i rimborsi fiscali provenienti dal modello 730/2020, quello dell’anno di imposta 2019. Si tratta dei rimborsi che l’Agenzia delle Entrate eroga direttamente al contribuente per scelta di quest’ultimo.
Il versamento del rimborso fiscale avviene in due modalità: su conto corrente o tramite bonifico domiciliato presso gli Uffici Postali. Nel primo caso il contribuente è tenuto a presentare il modello di accredito su cui va inserito il proprio codice Iban, all’Agenzia delle Entrate. Chi non riceverà il rimborso a dicembre non deve allarmarsi, perché sono diversi i motivi per i quali tale erogazione può non partire immediatamente. In primo luogo tutto potrebbe dipendere dal fatto che occorre inviare all’Agenzia delle Entrate il codice Iban relativo al conto corrente su cui si vuole ricevere l’accredito.
Specie per i contribuenti che per la prima volta richiedono il rimborso direttamente al Fisco, in assenza di codice Iban, il rimborso avverrà con bonifico domiciliato presso gli uffici di Poste Italiane. In questo caso l’Agenzia delle Entrate di norma eroga il rimborso entro il mese di marzo dell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi viene presentata.
Per chi ha già indicato alle Entrate il proprio codice Iban, magari per conguagli fiscali delle precedenti stagioni del 730, questo problema non sussiste dal momento che il Fisco continuerà a ritenere il vecchio codice Iban prodotto come quello utile all’accredito e vi provvederà come detto, a partire dal 16 dicembre.
Un altro tipico esempio di rimborso da 730 posticipato all’anno nuovo riguarda quelle dichiarazioni dei redditi che hanno un saldo a credito del lavoratore, di importo ingente. Per dichiarazioni dei redditi che producono un rimborso per il contribuente di importo superiore a 4000 euro, il pagamento arriverà direttamente dall’Agenzia delle Entrate entro 6 mesi dalla scadenza del modello 730 che ricordiamo, per l’anno 2020 è stata posticipata al 30 settembre. Questo perché per rimborsi superiori a quel limite, l’Agenzia delle Entrate avvia i cosiddetti controlli preventivi, cioè sospende la liquidazione della dichiarazione, approfondendo tutte le voci che riguardato la dichiarazione dei redditi. Controlli che scattano automatici soprattutto se il contribuente ha messo mano alla dichiarazione precompilata, andando a corregge le voci che erano già state inserite dal Fisco. Va considerato infatti che per il modello 730, la correzione dei dati da parte del contribuente rispetto alla precompilata, scatta nel momento in cui queste correzioni (oneri detraibili, familiari a carico o anche redditi) vadano ad incidere in maniera forte sull’imposta da versare o da recuperare.
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